AMERICAN IN ME W/ AESTHETIC APPARATUS feat. Starship

Questo mese siamo ospiti del Minnesota e di due talentuosi ragazzi, Michael Byzewski (chiamato The Quiet One) e Dan Ibarra (The Funny One). Ai nostri microfoni ha parlato Dan, il simpatico.

D.: La Aesthetic Apparatus nasce nel 1999. Il vostro metodo è cambiato rispetto al lavoro precedente nello studio grafico Planet Propaganda?

R.: Quando abbiamo dato vita al nostro progetto ci siamo detti di essere svegli e attenti e cercare di avere così il maggior il controllo creativo possibile. Abbiamo visto studi grafici cadere vittime della sfrenata volontà di fare senza pensare alle proprie azioni, con foga e approssimazione. Amiamo creare, e non volevamo che la Aesthetic Apparatus crescesse a tal punto da farci diventare i direttori piuttosto che gli artisti, e fare andare così tutto a rotoli.

D.: Raccontateci il vostro processo creativo per la realizzazione di un rock poster.

R.: Cerchiamo di conoscere la musica meglio che possiamo, cosa la rappresenta, cosa rappresenta l’artista e che cosa l’artista vede nella propria musica, e lo sforzo per trovare la tecnica più adatta a comunicare questa identità musicale. L’impegno nel fare un rock poster riguarda la responsabilità di creare un lavoro che parli direttamente al pubblico e agli artisti. Per esempio se per i Black Keys disegnassimo un’illustrazione di due chiavi colorate il messaggio potrebbe essere compreso dal grande pubblico anche se in realtà non ha esattamente relazione con la musica della rock band. Riflette solo una superfice musicale, e a noi questo non basta, non interessa. Vogliamo che ci sia più attenzione e più intelligenza nel disegno.

D.: Nella biografia sul vostro sito affermate che arte e musica sono state entrambe importanti per la nascita del progetto Aesthetic Apparatus. Avete progetti musicali all’attivo?

R.: Entrambi suonavamo in alcune band all’Università, ma non siamo mai stati musicisti seri. La passione per la musica ci ha uniti, e la Aesthetic Apparatus è nata sopratutto per il desiderio di dare supporto a giovani rock bands locali che non venivano promosse e pubblicizzate abbastanza. Non abbiamo mai dato vita alla Aestethic Apparatus con le intenzioni di fare soldi con i nostri poster, bensì di far sapere alla gente che c’era della magnifica e sconosciuta musica in giro.

D.: Quale studio grafico o artista singolo furono di ispirazione per voi?

R.: La costa Ovest è stata tutta di grande ispirazione per noi, sia musicalmente che artisticamente. Adoravamo i miti (e colleghi) come Jeff Kleinsmith, Jesse Ledoux e Art Chantry; siamo stati ispirati dalle idee degli anni 30 e 40, dal New Deal; e comunque siamo stati benedetti da una fiorente scena artistica per cui molte delle persone che adoriamo all’epoca iniziavano a stampare esattamente come noi: Jay Ryan, Keith Herzik, Mat Daly, Factor27, Methane Studios, Ames Brothers, Mark Pedini, Serigraphie Populaire, The Heads of State, solo per nominarne alcuni.

D.: Il vostro poster è semplice ed elegante – questa è la mia opinione – ma secondo voi qual’è la caratteristica, il marchio di fabbrica di un lavoro della Aesthetic Apparatus?

R.: Quando abbiamo iniziato a stampare posters assieme adoravamo la sfida di creare poster semplici ma diretti, questa fu anche la conseguenza della nostra abilità come tipografi. Meno colori si usano e più semplice è l’artwork e più c’è possibilità che il risultato sia ottimo. Questo tipo di approccio silenzioso e razionale fu molto diverso da quello esplosivo e brillante dei nostri predecessori, ma continuando a produrre ci siamo accorti che ci interessava sempre meno la simmetria e sempre più il caos. Così recentemente i nostri lavori sono diventati più articolati dei primi anni. Detto questo, siamo ancora affascinatissimi dai colori e dalla tipografia, il nostro lavoro invocherà sempre una qualche visione distorta del mondo.

D.: Che consigli dareste a giovani poster artists?

R.: Di non accettare qualsiasi commissione pur di essere pagati. Disegnate perchè vi piace, se riuscirete a vivere facendolo avrete raggiunto il vostro scopo, ma se iniziate a fare arte perchè volete il successo e la gloria andrete nella direzione sbagliata.

D.: Infine, una domanda IPRA: quale canzone potrebbe essere la Aesthetic Apparatus?

R.: We Built This City degli Starship

Oregon Pizza nasce a Napoli nel 1988. Si trasferisce in Emilia-Romagna e dopo aver frequentato l'Istituto Statale d'Arte di Forlì si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Bologna, svolgendo prima il triennio di Scenografia e successivamente il biennio di Illustrazione. Fa tirocinio presso teatri locali (Diego Fabbri, Forlì) e non (Sociale, Rovigo); elabora loghi e locandine per eventi. Ama la musica ma - sinceramente - le riesce meglio disegnarla che suonarla.

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